Situazione attuale
Come in tutti i settori dell’attività economica e produttiva anche nel mondo del commercio le nuove tecnologie, e i rinnovati usi che si adattano ad esse, minacciano i sistemi tradizionali, vale a dire, in questo caso, i negozi. Quale futuro attende gli esercizi commerciali intesi nel modo in cui hanno funzionato fino ad oggi? Un futuro sicuramente non attraente se non sapranno adeguarsi e reinventare il servizio offerto per offrire un nuovo servizio ancora utile e rispettoso di principi di economicità. Il commercio elettronico offre una vasta scelta di prodotti e taglie, più vasta di quella che un singolo negozio, o persino un centro commerciale, possono offrire.
Per non parlare della comodità di poter scegliere e ordinare qualsiasi cosa in 5 minuti dalla propria abitazione o dal proprio ufficio. I progressi nella logistica globale, con Amazon in cima per quanto riguarda le piccole spedizioni, garantiscono tempi di distribuzione sempre più rapidi e la consegna tramite droni sul balcone di casa nostra è già realtà con le sperimentazioni di Google e altri big players del suo livello. La catena corta fra il produttore e il consumatore, elimina la necessità degli intermediari commerciali riducendo drasticamente i costi di gestione e, di conseguenza, il prezzo al consumo. In questo scenario, per tornare al tema di questo articolo, i negozi tradizionali non avranno vita facile.
Possibili soluzioni
Tuttavia, a favore degli show-room resta l’insostituibile e confortante sensazione di poter guardare, toccare ed annusare la merce che si intende acquistare prima dell’effettivo acquisto. Allora quali possibili evoluzioni per i negozi per evitare di essere travolti dalla nuova forma di commercio e per continuare a valorizzare i propri punti di forza? Qualcuno, nel settore abbigliamento e accessori, ha già pensato di far pagare il prezzo ai consumatori chiedendo una piccola commissione all’ingresso a coloro che entrano nel negozio per vedere e provare la merce, con la promessa di rimborso in caso di acquisto di almeno un articolo.
Idea interessante, che tuttavia potrebbe risultare impopolare nel lungo periodo perdendo ulteriore competitività rispetto ai resi gratuiti garantiti ormai da quasi tutti i siti e-commerce per policy se non per legge. Più probabile che chi possiede un negozio finisca per affittare porzioni di spazio espositivo direttamente ai grandi marchi o ai piccoli produttori di qualità che potranno permettersi di mettere a budget un posto in vetrina nelle vie più frequentate della città. L’alternativa meno traumatica, già seguita da molti punti vendita, è quella di mettere in piedi un sito e-commerce, o più semplicemente vendere i prodotti attraverso i canali per venditori predisposti da Amazon, Ebay e Aliexpress, solo per citare i più diffusi, e affiancare la vendita online alla vendita negli spazi espositivi.
Punti di consegna
Un passo ulteriore sarebbe quello di sfruttare la posizione strategica nella città o nel singolo quartiere per offrire un servizio di punto di ritiro sul modello dei PuP (Pick up Points) di Amazon già ripreso, con leggere modifiche, da altre società come WishingWell che ha da poco lanciato un app con lo scopo di creare una propria wishlist, o shopping list comunque la si voglia chiamare, legata all’e-commerce da condividere con i propri amici. In pratica a tutti coloro che, per motivi di privacy o di logistica non vogliono o non possono ricevere i loro pacchi presso la propria abitazione viene fornito un servizio di fermo posta on demand con pagamento di una piccola commissione al ritiro dei propri pacchi presso il negozio scelto come punto di ritiro.
Il vantaggio per il punto vendita, oltre al guadagno della commissione su ciascuna consegna, che su grandi numeri promette già consistenti introiti, è quello di aumentare il passaggio di persone presso il proprio punto vendita aumentando così sia la probabilità che qualcuno, già che c’è, si fermi anche per comprare, sia la visibilità del punto vendita sulla via. Seguendo questi esempi i negozi potranno non solo resistere all’urto delle nuove tecnologie ma addirittura approfittarne. Senza perdere altro tempo però, è già il momento di agire!